(Il Gazzettino - 16 Dic 2011) - Una delle attività di prevenzione che il Soccorso Alpino fa da anni a favore degli sciatori in pista è la simulazione dell'evacuazione degli impianti a fune. Gli impianti a fune in genere sia seggiovie o funivie di ultima generazione, sono progettate e costruite con le più sofisticate tecnologie sia per quanto riguarda il funzionamento che la sicurezza. Ma a volte non basta, l'imponderabile è sempre in agguato e il guasto può arrivare: dal blocco alla mancanza di energia elettrica sino al salto del cavo portante. Per la mancanza di energia elettrica ci sono i motori ausiliari e a volte bastano per risolvere il problema, ma per il resto no. E allora per risolvere il problema i poli sciistici (nel nostro caso Promotur) hanno creduto nell'intervento del Soccorso Alpino per l'eventuale evacuazione degli impianti. In cosa consiste questa operazione è presto detto: si tratta di portare a terra tutti gli sciatori che sono seduti in seggiovia o nella cabina della funivia. Il tutto nel minor tempo possibile. Chi conosce, ad esempio, la seggiovia del Tremol 2, provi ad immaginare di essere seduto e bloccato su una delle seggiole, magari con brutto tempo e di tardo pomeriggio. Come potrebbe scendere in caso di blocco? Il piano di evacuazione prevede tempi e modi ormai collaudati. Il Soccorso Alpino è stato inserito quale garante dell'intervento e all'apertura della stagione, estiva ed invernale, d'accordo con il responsabile del polo sciistico, effettua simulazioni reali e concede il benestare all'apertura degli impianti. Per quelli nuovi compie esercitazioni e simulazioni che vengono registrate sui benestari di collaudo. I soccorritori possono essere trasportati sulla linea sia dai mezzi battipista che "sbarcati" dirittamente sui piloni con elicottero. Quest'anno per Piancavallo ci sono 38 tecnici in grado di garantire l'eventuale evacuazione.


Roberto Sgobaro, Capo stazione Pordenone

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