Soccoritori a quattro zampe:

 

di Sgobaro Roberto

La ricerca dispersi è sempre stata considerata, per molti anni, come la Cenerentola delle attività, del Soccorso Alpino.

Il motivo era ed è molto semplice.

Nell'ambito della ricerca viene spesso a mancare tutto quel fascino per il quale sette mila volontari sacrificano il loro tempo libero ed anche a volte, le loro risorse e non è difficile dargli torto.

La ricerca dispersi è spesso, se non si risolve in breve tempo, noiosa, di scarsa soddisfazione e molte volte tetra e triste per troppi risultati negativi con i quali sovente termina. Al contrario le grandi attività di salvataggio , di cui il CNSAS, giustamente si fregia, sono se pur difficili e pericolose, di grande soddisfazione per i soccorritori.

Movimento di elicotteri nel cielo con pericolose virate ai bordi di pareti quasi inaccessibili, calate paurose di feriti e uomini da pareti verticali ; come possono queste imprese essere minimamente accostate ad un lento rovistare nel mezzo di un fogliame stramaledetto che sporca ed insudicia le nostre splendide divise magari in una notte dove una pioggia infame si infila nei nostri cappucci ?

Queste parole, scritte diversi anni fa dal Dott. Gottardi nella sua dispensa – Psicopatologia del disperso- ben identificano l'interesse mediamente suscitato dagli interventi di Ricerca dispersi.

Ma con il passare del tempo e con l'aumento del turismo-escursionismo di massa, il numero di interventi di ricerca è andato via via aumentando costringendo il CNSAS a dotarsi di figure specialistiche dedicate.

Nel corso degli anni, si è quindi andata consolidando l'attività della cinofilia da ricerca in superficie.

E oltre che alle Unità cinofile di cui ho avuto modo di parlare in precedenza, ecco arrivare l'amico, di mole ingombrante, ma di forza notevole, che può lavorare in qualsiasi condizione: sull'acqua, sulla neve, con il vento fino allo sfinimento, fino a che non ha trovato la persona ricercata.

Questo è il bloodhound, con il suo bulbo olfattivo molto più sviluppato degli altri cani e proprio questa caratteristica lo facilita nella ricerca delle persone smarrite e disperse nelle calamità.

L'abilità del bloodhound sta nel seguire le piste vecchie anche di diversi giorni, fino a due settimane.

Per iniziare una pista, è indispensabile far riconoscere al cane un odore sicuro: il fatto più importante è l'odore iniziale, un odore certo. In questo caso il nostro cane può avere la certezza  di riuscire a seguire una pista buona ed ottenere quindi un buon risultato.

C'è poi la possibilità di far escludere al cane gli odori che non servono, in quanto l'odore di ciascuno di noi

è contaminato dall'odore di altre persone.

Oltre a ciò c'è la possibilità di imporre al cane di annullare l'odore che non serve, gli viene richiesta cioè una specifica selezione.

Questo è il progetto iniziato due anni fa dal Soccorso Alpino .

Capo stazione CNSAS Pordenone

 

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